Dieta per il Diabete
Il diabete di tipo 2 è una malattia tipica dell’età matura, anche se negli ultimi anni si assiste alla diminuzione dell’età media di insorgenza.
Il diabete è caratterizzato da una alterata glicemia a digiuno e da una cattiva gestione della stessa dopo i pasti. È una malattia tipica della società del benessere: non per niente la sua epidemiologia rispecchia quella dell’obesità.
Le cause del diabete
Il diabete di tipo 2 è conseguenza di stili di vita e di abitudini alimentari tipicamente occidentali ma ormai diffusi in tutto il mondo.
Possiamo tracciarne l’identikit: sedentarietà, cibi ricchi di calorie e poveri di micro-nutrienti, eccesso di zuccheri semplici, di grassi animali – raffinati o idrogenati – e povera di fibre. E nessun controllo degli apporti nelle 24 ore (alimentazione casuale).
Il percorso che porta al diabete è segnato da due passaggi importanti: l’insulino-resistenza e una inadeguata secrezione insulinica, che si accompagnano al progredire dell’età e del peso corporeo.
L’insorgenza di questa forma di diabete è sempre preceduta da un periodo più o meno prolungato di uno stato pre-clinico – l’insulino-resistenza –in cui il tasso diglicemia tende ad aumentare stabilmente. L’insulina dovrebbe abbassarlo, ma non riesce ad assolvere il suo compito (insulino-resistenza).
Recenti studi scientifici ipotizzano che il diabete e tutta la sindrome metabolica siano collegati a un’eccessiva presenza di grasso, soprattutto nella regione della pancia. Si ritiene che gli adipociti in eccesso inducano aumentate risposte infiammatorie attraverso il rilascio di citokine pro-infiammatorie. Il risultato sarebbe uno stato di infiammazione cronica che crea insulino-resistenza e iperinsulinemia compensatoria. Alla fine della catena, il diabete.
Lo stato proinfiammatorio che accompagna la sindrome metabolica è associato a insulino-resistenza e a disfunzione endoteliale. C’è una connessione fra processi infiammatori e processi metabolici altamente deleteri per la funzione vascolare.
Non è solo un problema di grasso in eccesso, bensì di un’alimentazione pro-infiammatoria che – pur non avendo ancora causato l’obesità – contribuisce ad aggravare la situazione.
Diabete e infiammazione cronica
La resistenza all’insulina si riscontra anche in altre patologie: l’ipertensione arteriosa essenziale, la dislipidemia (alti trigliceridi, basso HDL e particelle LDL piccole e dense), l’obesità centrale. In presenza di almeno tre di questi sintomi si parla di sindrome metabolica: una realtà sempre più diffusa.
Le alterazioni metaboliche tipiche del diabete, come anche lo stile di vita che le origina, sono il terreno ideale per lo sviluppo delle malattie cardiovascolari.
Una dieta per chi soffre di diabete
Oltre alle cure farmacologiche (che spesso sono solo un alibi per mantenere il proprio stile di vita con il supporto di medicinali) chi soffre di diabete dovrebbe usare i farmaci seguendo un’alimentazione personalizzata, con l’obiettivo di ridurre gradualmente l’apporto farmacologico.
È necessario modificare radicalmente lo stile di vita. Come fare?
- Adottare una dieta personalizzata e seguirla metodicamente fa conquistare il peso ragionevole
- Aiutarsi praticando regolarmente un’ attività fisica di moderata intensità.
L’insorgenza del diabete è largamente dovuta all’abuso di zuccheri semplici e di cereali raffinati. È necessario ridimensionarne nettamente l’uso, basando la dieta su alimenti a basso indice glicemico in modo da assumere un carico glicemico ridotto.
In sintesi: la dieta di chi soffre di diabete non deve escludere i carboidrati, ma controllarli qualitativamente, soprattutto se ad alto indice glicemico, rilasciati totalmente e improvvisamente nel sangue.
I carboidrati devono essere in complesso ridotti e sempre associati a grassi e fibre o a proteine. Per esempio: mai mangiare una fetta di pane da sola. È molto meglio scegliere un crostino integrale accompagnato da una fetta di melanzana alla griglia e da una di prosciutto.
Infine: è importante fare attenzione alla qualità dei grassi assunti con la dieta! Privilegiamo il pesce e le carni bianche, evitiamo le carni rosse. Scegliamo l’olio extra vergine d’oliva, rinunciamo al burro e soprattutto alla margarina.

Laureata in Scienze Biologiche presso l’Università degli Studi di Genova, opera come Biologa Nutrizionista presso il suo Studio di Genova Nervi, in via G.Pescetto 5R e presso lo studio medico Giacometti a Genova San Fruttuoso, via Giacometti 38R